Polemiche sul premio HIPA 2019 – una storia strana, ma non troppo.

Il premio HIPA è un riconoscimento dato alla “miglior foto dell’anno”!
La Condizione Umana è sempre al centro della comunicazione!
Come sempre le opinioni dilagano.
Quanto è giusto premiare una fotografia di reportage se questa è studiata ed artefatta?

Polemiche sul premio HIPA 2019 – una storia strana.

Si sa che il Premio HIPA è decisamente noto e accompagnato da un bel gruzzolo e un certo riconoscimento nell’ambiente della fotografia per l’autore che lo realizzi.
Quest’anno è stato assegnato al fotografo malese Edwin Ong Wee Kee.
Il suo scatto ritrarrebbe una madre con pargolo (forse suo) in braccio in una presumibile situazione di generale indigenza, che comunque sarebbe accompagnata da una dignità ed un tentativo di decoro… (forse?)

Molti fotografi appassionati stanno criticando il tipo di scatto, poiché non ritrarrebbe un esempio di scatto di reportage o una situazione veritiera, ma una costruzione scenica.

La costruzione di una fotografia

Il fatto è che ad ora questo scatto sembra essere il frutto di un lavoro più che di fotografia reportage, di un workshop con un soggetto (forse prezzolato – che non so mica se sia giusto lavorare gratuitamente) in un ambito privo di un contesto che poi alla fine sembra invece tutt’altro…

Ma quanto deve essere reale uno scatto per essere considerato uno scatto da premio e quanto invece dovrebbe essere il lavoro dietro le quinte che va effettuato?

Non credo che se le foto fossero la semplice rappresentazione della realtà, allora tutti i fronzoli di regole, tecniche, studi e compagnia cantanti non avrebbero spazio.
 
Nella mia ignoranza intendo dire questo:
mio nipote di 6 anni (o il vostro) ha una fotocamera point & shoot, e non sa nulla di tempi, diaframmi, iso, inquadratura, prospettiva (data la sua altezza…), non ritocca, non ritaglia, non pensa all’orizzonte… I suoi sono scatti spontanei e ritraggono la realtà per quella che è! Merita un premio?

La fotografia documentarista e di reportage

hipa 2019 - fotografia documentarista - incidente ferroviario gare Montparnasse 1895hipa 2019 - Montparnasse - incidente treno contro muro e vetrataSe è vero che esiste una fotografia non artefatta, ci si riferisce ad essa con la definizione di fotografia documentarista e di reportage.
Questi scatti sono intesi a dare una rappresentazione cristallina della realtà, con lo scopo di fornire un’immagine nel suo contesto priva di interpretazioni personali.

Quindi immagini documentariste e di reportage dovrebbero essere scevre di personalizzazione e giudizio, possono essere (e nulla di male ci sarebbe se fossero) libere da regole di composizione, gestione delle cromie, e elaborazione di tipo pre o post produttivo ad esempio. (Quel gran genio di mio nipote :D)

Una per tutte come esempio chiaro e semplice è lo scatto a fine assicurativo, che per i fotografi non ha nulla di emozionante, ma racconta l’esito di un evento, fermando il tempo e rendendo certo un istante.

Se è vero quindi che uno scatto a fine assicurativo è meramente un’opera di reportage, a nessun aspirante fotografo o appassionato, verrà mai in mente di dedicarsi a questo genere, sebbene nella storia simili scatti hanno fatto il giro del mondo.
L’immagine qui sopra rappresenta un celebre incidente ferroviario accaduto a Parigi nel 1895 alla stazione di Montparnasse.

Di questi scatti, uno è di sicuro “studiato” nella sua realizzazione e sebbene non sia stato pianificato l’incidente, la prima immagine è realizzata con esposizione corretta, senza pubblico, e senza disordine.

La seconda immagine invece è caotica, con spettatori, insomma piena di elementi contemporanei e altri storici, quasi di cronaca e sicuramente a colpo d’occhio include quegli elementi che ci caratterizzano. Gli uomini in abito d’epoca, spettatori non scomposti ma curiosi, come gli spettatori degli incidenti autostradali…

Ma quindi questo Premio HIPA?

Anche se a me, che son un nessuno, non esalta lo scatto scatto vincitore e delude il “dietro le scene”, ha tutti gli elementi necessari per essere validamente premiato, Il resto è una questione di gusti personali.

Sapere che invece di essere uno scatto documentarista è una illustrazione delle miserie umane, delle difficoltà che possono colpire tutti, di persone e luoghi lontani, emarginati, non lo trovo particolarmente diverso dalla pubblicità “salva il pargolo altrui con 9,99€ al mese che ci pensa l’associazione del giorno“…

Se non dimentichiamo che la Condizione Umana, artefatta o reale ci tocca in un qualche modo, allora non resta che definire la foto come un’immagine da premiare!