Flash, Strobo con Luce Modellazione e Fari a Luce Continua

Flash, Strobo con Luce Modellazione e Fari a Luce Continua

La fotografia richiede luce, e gestire la luce è forse la parte più difficile del processo fotografico.
La posa, la costruzione della scena, la scelta delle impostazioni si poggiano sull’idea che il fotografo ha nella sua testa, mentre Flash, Strobo con luce guida e i Fari a Luce Continua sono gli strumenti di modellazione del fotografo.

Che tipi di luce si possono scegliere?

Quando si lavora controllando le luci, si può scegliere fra diverse soluzioni:

Queste tre tipologie di illuminazione determinano una serie di comportamenti diversi, e i risultati sono quindi differenti.
Ma prima di tutto affrontiamo un concetto base, che ci permette di capire di quanta luce abbiamo bisogno.
Ogni scena richiede una certa quantità di luce. Ma quanta? Come si capisce di quanta luce si dispone?

I Watt e il Numero Guida

La potenza di una luce si misura in Watt nello standard quotidiano e nei casi di fari a luce continua. Nel mondo della fotografia con strobe o flash invece si parla di NG, Numero Guida. Non esiste una relazione fra Watt e NG.

DEFINIZIONE: il numero guida costituisce la capacità di una luce di impressionare una pellicola o sensore illuminando un soggetto ad una certa distanza in relazione ad una apertura F, alla piena potenza di erogazione del flash (potenza 1/1).

La formula è la seguente:

Numero Guida = Diaframma * Distanza

Ad esempio, se una sorgente luminosa riesce ad illuminare un oggetto a 6 metri, ripreso da una macchina con diaframma F/1:5, allora la sorgente avrà un NG di 30 [ 6 * 5 = 30 ].

Un numero guida 50 con l’ipotetica apertura focale (diaframma) di f/1:1, garantirebbe di illuminare un oggetto a  50 metri, quindi 50mt*1F = 50NG.

Nota bene: la definizione non specifica la sensibilità della pellicola/sensore, che quindi si considera a ISO 100 (in Europa) e ISO 400 (negli USA).

 

 

Fari a Luce Continua

faro a luce continuaLavorare con luce continua permette di vedere e cogliere ogni singolo istante della costruzione della scena. Poco diverso da lavorare alla luce del sole.

Quindi si opta questa tecnica quando si ha a che fare con scatti con una buona velocità, ISO moderatamente bassi e aperture diaframma di valore medio.

 Spesso sono usate per fotografare in studio soluzioni come preparazioni culinarie, che quindi sono ferme, casi di still life e situazioni analoghe.

faro a luce continua regolabile in funzione del numero di lampade acceseIn questo caso, l’utilizzo dell’esposimetro della digitale è in grado di fornire la giusta distribuzione fra sensibilità, apertura e tempo di esposizione.

I fari a luce continua si dividono in due categorie base. Il primo, foto in alto, ha una luce a potenza regolabile. Il secondo, qui di fianco, ha potenza costante per lampada. Producono ombre leggermente più morbide rispetto ai flash essendo delle sorgenti abbastanza grandi rispetto al proiettore di un flash.

 

Strobe con luce modellazione

strobo con luce modellazioneQuote tipo di flash strobe sono un mix fra i fari a luce continua e i flash. Offrono il vantaggio di illuminare la scena esattamente come apparirà anche se “sottotono”. Al momento dello scatto la luce guida si spegne per lasciare che il flash che incorpora la torcia spari la sua carica luminosa.

Solitamente le torce strobo che si trovano entry-level offrono una luce guida abbastanza poco potente (50-100 watt) e con un valore cromatico che rende difficile la corretta resa senza apporre le dovute correzioni.
Diversa è la luce del flash. Con una potenza (durata) che va solitamente da 1/1 (massima potenza) a 1/8, offrono un NG più alto dei flash, soprattutto rispetto alla equivalente fascia economica.

Variando la potenza utilizzata implica anche la variazione della luce guida (o modellazione), che quindi è un grado di pre visualizzare il risultato dello scatto finale.

Sono usate spesso in concomitanza con un esposimetro, per determinare i migliori valori di scatto.

 

Lavorare con i Flash

flashQuando si lavora con i flash, si lavora “alla cieca”, quindi si deve provare diverse volte la scena e le impostazioni macchina/flash per ottenere il risultato voluto. Ciò non di meno sono largamente usati in ambito professionale e amatoriale.
Le digitali offrono una funzione di regolazione del tempo di esposizione fino a un 1/250 di secondo quando “percepiscono” la presenza del flash.
In alcuni casi è possibile usare altri valori tipo 1/320, ma vedremo più avanti che è possibile scattare con flash e avere un tempo otturatore di 1/8000 di secondo.

Spesso i flash sono usati dissociati dalla fotocamera. Quindi si utilizzano sistemi di comandi remoti via cavo hot shoe o trigger wifi per illuminare la scena allo scattare dell’otturatore..

I flash offrono una potenza di 1/1 (massima potenza), e poi a calare in frazioni successive fino a 1/128. Un lampo di luce alla potenza di 1/128 ha una durata di millesimi di secondo. Per esempio il lampo di un Nikon SB 900 impostato a 1/128 eroga luce per 1/38’500 di s. Ben oltre 10’000 volte più veloce di un battito di ciglia.

L’utilizzo di un flash si applica ad un numero di casi pressoché indefinita. Dallo studio per ritratti alla macro fotografia, negli eventi sportivi tanto come nel foto-giornalismo fino a matrimoni e cerimonie.

Uno dei vantaggi che offrono i flash rispetto alle torce o ai fari è di usare un sistema di gestione del cono della luce prodotto attraverso un meccanismo noto come TTL (thought the lens – attraverso la lente). È comunque rilevante ricordare che la luce emessa dal flash senza l’utilizzo di diffusori, sarà puntiforme, quindi produrrà ombre dure e definite.

Ecco alcune considerazioni

Alcuni punti sono semplici da poter indicare, di seguito ne evidenzio qualcuno.

trigger HSSHSS (High Speed Sync), quando si scatta con fari di solito si possono usare tempi di esposizione molto inferiori a 1/250 di secondo. Questo stesso risultato è raggiungibile con alcuni flash, abbinati a trigger che supportino la specifica HSS, che quindi garantiscono un tempo di scatto di 1/8000.

In un ambiente buio, si può usare la modalità B (cioè con otturatore aperto). Questo vuol dire che la durata di un lampo nel buio immortala la scena. Uno dei più noti esempi è la foto di cocce d’acqua che collidono. Per fermare la scena serve un lampo di durata infinitesimale (1/128), cosa che le altre sorgenti non possono procurare. Una tecnica che non si può effettuare con successo con fari e torce.

Lavorando in studio con modelli/e, con ambientazioni minime o elaborate, i flash sono i meno indicati. Con le luci continue, scattare a 1/250, permette di fermare la scena e poter dirigere la composizione in modo più sicuro e incisivo.

I tempi di ricarica delle torce e dei flash. Una cosa che in luce continua non accade. I tempi per i flash sono molto rapidi, invece per le torce si parla di decimi di secondo fino a secondi.

Surriscaldamento. I flash si bloccano per evitare danni all’elettronica. Torce e fari hanno sistemi di raffreddamento, ciò non di meno possono incorrere in blocchi analoghi. Pochi minuti sono sufficienti a risolvere il problema.

 

 

Sintetizzando fra tecnologie diverse spiccano le seguenti conclusioni

   Max Pwr. Min Pow. HSS (t=1/8000) luce Modellaz. B mod. Uso di trigger Uso in esterno Portabilità Luce Stroboscopica
Flash 1/1 1/128 alcuni no si si si alcuni
Strobe 1/1 1/16  no si, alcuni no si (*) no
Fari 1/1 variabile si si no no (*) no

 

 

La luce del Flash

Scala di erogazione della potenza della luce flash, la potenza rimane pressoché invariata, cambia la durata di erogazione. L’occhio umano, per effetto dei tempi brevissimi di erogazione, interpreta la durata come potenza.

t. Flash  1/880 s.  1/35k s.
Potenza 1/1 1/2 1/4 1/8 1/16 1/32 1/64 1/128
STOP 0 1 2 3 4 5 6 7
1/(2^0) 1/(2^2) 1/(2^2) 1/(2^3) 1/(2^4) 1/(2^5) 1/(2^6) 1/(2^7)

Quali soluzioni e in che ambito?

Cosa scegliere? Dipende dalle necessità. In piccoli studi piccoli, o stanze adattate, flash e torce possono essere una soluzione; invece fari a luce continua sono reperibili a costi abbastanza contenuti, non richiedono trigger, ma scaldano molto l’ambiente.

(*) Fari e torce professionali o di alta gamma possono essere usati con gruppi di continuità in esterno, ma non sono propriamente definibili “portatili”.

Tutta queste soluzioni comunque richiedono componenti aggiuntive per creare e domare la luce.
Softbox, diffusori, pannelli, ombrelli e sopratutto stativi, elementi utili e spesso a buon mercato.

Attacco Bowens

staffa attacco bowens flahs e strobe e luce continuaDa notare che softbox e diffusori sono dotati di attacchi particolari. I più diffusi, che quindi permettono di riutilizzare gli stessi con diversi tipi di illuminatori sono quelli dotati di attacco bowens. Solitamente predisposti da usare con stativo, hanno l’attacco per il flash o per luci Strobe o fari a luce continua

Nota bene: i Fari a luce continua scaldano davvero molto, quindi tutte le soluzioni tipo softbox o ombrelli devono essere valutate in conformità alle specifiche del produttore, a rischio di bruciare le attrezzature.