Bianco Nero e Grigio – Pillole di Argento

La pellicola è ancora un media assolutamente fantastico nel mondo del colore e del bianco e nero!
Usare film è una scelta, esattamente come usare il digitale ma ci sono differenze, soprattutto nella tecnica e nell’emozione del processo!

Bianco Nero e Grigio – Pillole di Argento

 

Ritorno sui miei passi e do inizio un percorso di pillole d’argento, un viaggio alla volta di una fotografia analogica che non prevede l’uso del digitale(*). Un procedimento artigianale di sperimentazione, di errori, di crescita e di studio, chissà che disastri! 😀

Analogica e Digitale

Le differenze fra analogico e digitale non sono solo nel mezzo ma nel concetto che sottende la realizzazione dello scatto. Non parlo unicamente della realizzazione dello stage, della pianificazione delle luci, ma nell’approccio alla valutazione dello scatto.

Quanto si nasconde dietro ad uno scatto in digitale o in analogico?

In linea di principio c’è un mondo, simile ma non troppo. Di massima con il digitale si valuta e si realizza una scena, la si fotografa, 1-10-100 scatti, si ottengono diversi file raw, e da qui si procede ad una serie di interventi non definitivi che possono essere ripresi, rivisti e rivalutati in ogni momento.

I punti salienti di uno scatto in digitale possono essere riassunti nei seguenti aspetti, sia per il colore che per il bianco e nero.

  1. Il procedimento di elaborazione è estremamente flessibile.
  2. Un errore non si commette se non prima di scattare!
  3. Dopo lo scatto c’è sempre la possibilità di tornare sui propri passi e correggere l’elaborazione.

Invece nel mondo dell’argento si procede con una sola certezza, uno scatto quando è fatto è fatto.
Potremmo valutare una serie di strategie, anche e post scatto ma una volta fatta la foto, il procedimento ha assunto un suo percorso e una precisa destinazione.

Avendo a disposizione una scena, luci, oggetto e soggetto, inizia un piccolo calvario di elucubrazioni mentali.

  1. Decidere che film mettere in macchina
  2. Decidere quale esposizione utilizzare (luce incidente o riflessa) ed il sistema che vogliamo utilizzare (tipo il sistema zonale)
  3. Valutare il tipo di processo di sviluppo e il tempo “cottura” della pellicola nel bordo di sviluppo

Ciascuno dei passaggi citati è una tappa a senso unico.

Poi si procede alla corretta definizione di alcuni parametri per la destinazione del processo di stampa, la coronazione dello scatto su pellicola.

  1. Scegliere i parametri per la stampa
  2. Ritocchi in stampa e sviluppo della carta

Pillole di Analogico

La fotografia Analogica è la madre della fotografia moderna, ma da questa si distingue per la prepotente fisicità, sia essa del mezzo che del risultato.

Il principale elemento di differenza fra analogico è digitale è il complicato rapporto, quasi di contrasto fisico, che si ha con la pellicola. Un media fisico, delicato, tangibile, limitato nella capienza, eppure ricco di dettagli ed imperfezioni. Imperfezioni che caratterizzano e contraddistinguono il film argentico da qualsiasi sensore.

Il Bianco, il Nero e il Grigio

Una fotografia monocromatica offre un scala tonale estesa fra bianco e nero, i cui estremi sono noti, e i cui contrasti sono limitati ad un unica declinazione tonale, quella del grigio (nel caso di bianco e nero).
Il grigio nelle sue sfumature è il nostro soggetto, determina la resa dello scatto e il risultato sulla carta.

Se nel totale dell’immagine si potrà avere una ampia gamma tonale, almeno sul negativo, potrebbe non essere altrettanto facile avere la stessa trasposizione sulla stampa finale.

Un dettaglio importante: la chiave di volta di tutto, come sempre, è la luce e questa determina non solo il bianco e nero ma anche tutti i grigi.

Uno scatto digitale si valuta attraverso una interpretazione che la macchina genera (un JPG) dal file RAW salvato nella scheda di memoria. Una rappresentazione di valori nei canali RGB dei dati registrati.

Anche la pellicola – esposta e sviluppata – la valutiamo attraverso la luce che facciamo passare attraverso essa (o guardandola contro luce) per valutarne la densità e il contrasto.

Il discorso invece è diverso per la stampa!

Nella stampa analogica il nero, è dato dalla massima esposizione e sviluppo del foglio nei bagni di sviluppo.
Il bianco è dato dalla tonalità della carta stessa, quando non esposta.
Già qui percepiamo alcune profonde differenze con il digitale. Il nero è dato da un processo fisico-chimico che noi possiamo regolare, mentre il bianco è una valore dato, che è congenito della carta che utilizzeremo per la stampa.
Ecco che arriviamo al terzo elemento, il grigio, in mille (circa) sfumature che determina il nostro risultato, fino al punto di poter aver immagini ad altissimo contrasto o anche in completa assenza di grigio!