A chi interessa!

Ecco alcune domande che segretamente ci facciamo sempre: “A chi interessano le mie foto? (e le tue?)” e “Ci vuole davvero un altro fotografo?”

Non interessa a nessuno!

Ecco un punto su cui riflettere! Quante immagini abbiamo visto oggi? Quante questa settimana o mese?
Abbiamo bisogno di un altro splendente tramonto rosso? Chi vuole un altro scatto di Antelope Canyon?

Ok, come Non Fotografo, pur sempre molto dilettante, mi sto rendendo conto che ogni giorno sono immerso in un mondo di immagini. Sono belle, sono brutte, sono riciclate e/o spesso insignificanti.

La verità, nuda e cruda, è che nessuno ci tiene a vedere un’altro tramonto. Che sia mio o di altri, resta sempre “un altro” dei milioni di tramonti. Preferite una vista di un pacifico atollo? Meglio la foto di un piatto di spaghetti?

Il problema è che siamo immersi in un mare di stimoli visivi. Vediamo e assorbiamo tante di quelle immagini che effettivamente è difficile andare oltre. Cosa fare per essere creativi? Come pensare per essere innovativi?

Darsi da fare? Perché?

Da un certo punto di vista, per calmare la nostra ansia, potremmo dire che facciamo fotografie per noi stessi.
Ecco una buona bugia, una scorciatoia. Ed effettivamente è vero. Allora perché non metterle in internet? Essere “sociali” è davvero lo scopo di questo secolo?!

Ma vale la pena? In internet vediamo fiumi di foto di cuccioli, di cibi, di stelle, di tutto quello che possiamo immaginare. Le possiamo ri-diffondere, le possiamo salvare per poi perderle nei meandri di hard disk sempre più capienti, possiamo dire che ci piacciono (mai dire male… ;P).
Ma questo non fa altro che portarci in un calderone nel quale il nostro lavoro, i nostri sforzi creativi ci portano a non distinguerci. Una nostra bella foto potrebbe avere successo per 15 minuti o 10 giorni? Magari con qualche decina di migliaia di “like” o feed positivi? e poi?

Bene, siamo spacciati!

O anche no! Cosa ci farebbe emergere dalla moltitudine? Cosa ci insegna il mondo?
Steve Jobs produsse il suo primo Macintsh in un garage, e lo distribuì in un tempo in cui i computer erano pochi. Soddisfò un vuoto di mercato con un prodotto innovativo. E poi?
Nel 2000, tutti possono accedere ad un computer, quindi perché comprare una marca piuttosto che un’altra?

Sempre Jobs suggerisce una riflessione: le persone sono sempre più soddisfatte di quello che hanno, e il mercato si va saturando (o sono o insoddisfatte per sfiducia e delusioni), quindi il bisogno di un computer nuovo, ad esempio, va STIMOLATO!

Riprendiamo in mano il punto. Non c’è nulla di male a pubblicare nel mondo SOCIAL e nel mondo internet, non si diventa noti stando nascosti sotto ad un tavolo. Ma come stimolare un bisogno? Come riesce il fotografo a stimolare una sensazione simile?

Emergere!

Un vero dramma. Essere social da luce per 10 minuti o fino a quando una successiva onda di notorietà ci porta via, lasciando il nostro posto ad un altro. Bene, la lezione è che il digitale, fine a se stesso, soccombe rapidamente.

Il sistema Macintsh OS 7, si è rivestito con la versione 8, poi 9 e quindi X.
La macchina analogica si è vestita di digitale.
La fotografia in bianco e nero, ha messo su i colori!

In natura la concorrenza stimola la selezione, quindi nell’arte il meccanismo è simile.

A ciascuno la propria scappatoia

Io da parte mia ho deciso di stampare le foto. Mostrare quelle che mi sembrano degne, in modo limitato. Incorniciarle. Dare respiro all’inquadratura. Insomma, dare la migliore esposizione ad un numero limitato di pezzi. Funzionerà? Forse. Ma di sicuro, un oggetto è più tangibile di un elemento digitale.